giovedì 24 aprile 2014

Mothia

A pasquetta sono stato a Mothia con la mia ragazza, è stata una bella giornata, come tutte quelle che passiamo assieme anche se siamo soltanto noi due.
Anzi, spesso ci capita di passarle meglio le giornate quando siamo soli piuttosto che in compagnia.
Sarà perché abbiamo lo stesso carattere un po' schivo, che ci porta a stare meglio quando gestiamo noi i tempi e i modi per fare qualunque cosa, e allo stesso tempo ci adattiamo benissimo l'uno con l'altro.
Dici, che ci vai a fare a Mothia per l'ennesima volta che l'hai pure studiata all'università? Beh, a parte che ritornare a vedere un sito archeologico non fa mai male, soprattutto se hanno fatto scavi recenti, ti arricchisce dentro, ti fa pensare. E poi non c'ero mai andato con la mia donna: spiegarle le cose che vedevamo, la storia del posto che stavamo visitando, ridere e scherzare con lei di ciò che vedevamo. Vista così, non c'ero mai andato a Mothia!
Dicevo, ti arricchisce dentro e ti fa pensare: si, perché se cominci a riflettere che quello è un posto che è stato abitato 2500 anni fa, da persone che praticamente avevano i tuoi stessi bisogni, ma vi ovviavano in maniera diversa, ti fa inquadrare meglio quanto siamo piccoli ed insignificanti al cospetto della Storia.
Persone come noi, che avevano bisogno di lavorare, mangiare, dormire, praticare riti religiosi e seppellire i propri cari. Come noi.
Ma in modo diverso, ovviamente.
Certe volte mi capita di pensare a questi popoli del passato: facevano le nostre stesse cose, ma molto più lentamente. Avevano una dimensione più naturale del mondo, ne accettavano tutti i pro e i contro senza la pretesa di modificarlo eccessivamente per ottenere dei vantaggi a discapito della natura.
Ne avevano rispetto.
Quello che a noi purtroppo manca da troppe generazioni, sia perché non ce l'hanno insegnato, sia perché non riusciamo proprio ad apprezzare quello che ci circonda.
E a proposito di (non) apprezzamento: l'isola era troppo lasciata all'abbandono. Erbacce ovunque, tabelle poco esplicative e troppo vecchie, mancanza di modernità nella spiegazione delle singole fasi degli scavi.
Per quanto riguarda le erbacce, voglio sperare che sia soltanto perché era ancora il 21 aprile e la stagione turistica non è iniziata (ma una pasquetta così tarda mi sembra una buona data per farla iniziare!) ma a questo punto il prezzo del biglietto per una "bassa stagione" mi sembra troppo elevato: € 9,00 per vedere l'isola ed il museo mi sembrano un po' troppi, se poi sommi i € 5,00 del trasporto in barca (praticamente unico modo per approdare all'isola) si capisce bene che la visita non può essere affrontata agevolmente da una famiglia di 4 o più persone.
In tempo di crisi bisogna guardare anche questo se si vuole migliorare il settore turistico/archeologico: o abbassi il prezzo o migliori il servizio.
Il giro dell'isola e la visita al museo sono durate in tutto circa 3 ore, più la pausa pranzo. Noi avevamo il mio testo universitario (una trentina di pagine in tutto) che ci ha fatto agevolmente da guida e ci ha fatto capire parecchio dei ruderi anonimi che trovavamo sotto i nostri occhi.
In conclusione, lo consiglio, ma procuratevi una buona guida e non pensate troppo a quanto state spendendo o vi farete guastare la giornata.

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