mercoledì 16 luglio 2014

Reset

A mente tiepida.
Voglio fare un reset. Reset di questi ultimi 3 anni, reset di tutto quello che ho detto di Conte e Allegri.
Resettare per ritrovare lucidità.
Dico, quest'anno non si vince con Allegri, ero pronto a non vincere con Conte. Eh ma cambiano le prospettive, si ma Conte, stante così le cose, avrebbe fatto scadere il contratto e avremmo dovuto cercare un allenatore nuovo lo stesso.
Se se se se, resettiamo che è meglio.
Ci sono un paio di parole scritte ieri nel comunicato della Società e dette oggi da Marotta che mi fanno suonare un campanello nella mente: e se il problema fosse Conte come persona? Dopo 3 anni con l'acceleratore al massimo ora si ritrova svuotato mentalmente e fisicamente e proprio non ce la fa a ricominciare. Ok, Mr. pensarci prima no? Ci hai provato ma non ce l'hai fatta? Ok, il danno è fatto meglio non pensarci più e resettare.
Cambiamo pagina, capitolo Allegri.
Non mi piace, lo dico subito, ma me lo dovrò far piacere. Magari in una società senza condizionamenti dall'alto potrà esprimere meglio le sue qualità. Lo spero per la Juve e per i giocatori che abbiamo in squadra.
Non so quanto appeal, quanto richiamo potrà avere verso l'estero. Staremo a vedere. Intanto è questo e ce lo dobbiamo tenere. Se non sono state dichiarazioni di facciata, non si è presentato male male per quanto riguarda la questione tecnica: valorizzerà il lavoro svolto finora da Conte, cercando di mettere una propria impronta (speriamo che sia positiva), non sarà un talebano dei moduli, ma adatterà la situazione in base ai giocatori disponibili.
Aspetto poi, come al solito, il 31 agosto per fare una prima valutazione del calciomercato, al momento abbiamo visto movimenti (buoni) in uscita e alcuni mancati arrivi, dovuti a cifre esorbitanti dei richiedenti.
Mi preparo anche ad una cessione eccellente, ero pronto prima, figuriamoci adesso.

venerdì 6 giugno 2014

Che due marò!

Non se ne può più della vicenda di sti due militari in India, veramente.
Da una parte ci sono questi che hanno ammazzato due pescatori scambiandoli per pirati e devono ancora essere giudicati a più di 2 anni di distanza. Ci sono dei conflitti diplomatici che coinvolgono mezzo mondo, ma tutto quello che sappiamo fare qui in Italia è piagnucolare per riaverli indietro, come se fossero innocenti.
Poi c'è l'India che pretende di giudicarli come terroristi, che detta così sembra solo che vogliano buttarla in caciara perché non hanno nessun appiglio legale a proprio favore.
Nel Belpaese si fa a gara a chi spara la stronzata più grossa: l'ultima moda è quella di riportare servizi dall'India dove si vuole sottintendere che sia un popolo di stupratori e di pazzi che impiccano le proprie donne: ora, riflettiamo un momento, sono una nazione da 1 miliardo di abitanti, 1/6 della popolazione mondiale, lo riscrivo, UN MILIARDO, se prendessimo una comunità di 1 miliardo di persone a caso secondo me troveremo ben peggio che impiccagioni e stupri! E voglio solo ricordare che fino a 20 anni fa da queste parti si squagliavano bambini nell'acido e si facevano saltare per aria dei magistrati col tritolo. E  noi siamo a malapena 60 milioni, non 1 miliardo che manco so a momenti con quanti zeri si scrive!
L'ultima che ho letto è stata quella di impegnarsi alla stessa maniera per riportare a casa Dell'Utri e Cesare Battisti e giudicarli qua: ok, tutto giusto, ma perché mischiare capra e cavoli?
Non ne posso più, veramente.

lunedì 2 giugno 2014

Robocop

Ieri ho visto Robocop, quello nuovo ovviamente.
Sono sempre prevenuto nei confronti dei remake perché quasi sempre è un polpettone nostalgico molto più attento alla forma che ai contenuti, figurarsi per un film che già in origine ha una trama lineare, dove il buono sconfigge il cattivo grazie all'aiuto della tecnologia.
Questa nuova versione mi ha invece piacevolmente stupito: a parte la trama che è sempre lineare, perché ci sono i cattivi che importano droga, i poliziotti corrotti che se ne approfittano e poi il poliziotto buono a cui viene data una seconda opportunità, ma a parte questo, dicevo, è stato introdotto un elemento molto interessante, lo scienziato che si occupa di biomeccanica cibernetica e che ha una propria morale che va in conflitto con gli interessi dell'azienda produttrice di droni e protesi cibernetiche.
La novità sta appunto nell'inserimento della bioetica e di un po' di morale.
Nel primo Robocop non c'era traccia di queste idee, l'idea di fondo era che il corpo del poliziotto era di proprietà dello Stato (avendo firmato la delibera per sperimentare su di esso) e che quindi si poteva fare ciò che si voleva, visto che era considerato un oggetto.
Nella nuova versione invece c'è una famiglia dietro l'agente, che vedendolo in fin di vita opta per sperimentare su di lui la costruzione di un cyborg il cui software è gestito direttamente della mente e dalla morale umana.
[Attenzione, d'ora in avanti potrebbero esserci dei piccoli SPOILER seminati qua e la]
Ma la novità non si ferma solo in questo atteggiamento da parte degli sceneggiatori: c'è una parte, durante l'addestramento, in cui lo scienziato manomette fisicamente il cervello del poliziotto, in modo che il software lo bypassi durante il combattimento nudo e crudo; sovvertendo quindi l'ideale di fondo su cui si basava l'esperimento, ovvero umanizzare i droni per poterli utilizzare anche come polizia.
Un'altra scena in cui si avverte una certa morale nella storia è quando, poco prima della conferenza stampa al pubblico, il poliziotto, immagazzinando i dati dell'attentato che lo ha ridotto così, ha uno shock per cui per sedarlo gli abbassano i livelli ormonali tanto da renderlo praticamente un automa e non più un essere umano.
Insomma, è pur sempre un film fantascientifico d'azione per cui è quasi ovvio che certi temi vengano solo sfiorati, però è bello vedere un prodotto che hai apprezzato da piccolo perché in fondo ti piaceva che tutti si sparavano ed il buono alla fine vinceva, e che adesso, da adulto, lo apprezzi nuovamente perché vengono inserite certe tematiche.
Consigliato.

domenica 1 giugno 2014

La mia Europa

O meglio, quella che vorrei.
La mia idea di Europa è molto simile come assetto agli Stati Uniti, perché è inutile che ci giriamo tanto attorno, ma è a loro che vogliamo somigliare politicamente (come stabilità) ed economicamente.
Nella mia Europa il Parlamento europeo ha un potere sovranazionale, viene eletto da tutti i cittadini europei in un'unica settimana, e legifera in modo egalitario per tutti i cittadini europei.
Nella mia Europa tutti i cittadini pagano le tasse in uguale misura, e tutti quelli che le evadono sono puniti allo stesso modo.
Nella mia Europa ogni Nazione legifera per le questioni peculiari, ma delega la Comunità Europea per le questioni di carattere comune.
In questa Europa il servizio di leva non è obbligatorio, vi è una comune forza armata che, dopo un primo periodo di prova nel proprio Paese di nascita, poi svolge almeno un biennio continuativo della propria carriera militare fuori dai confini nazionali, con "aggiornamenti" trimestrali su base quinquennale.
In questa Europa i confini vengono difesi collettivamente e non si lascia alla singola Nazione l'onere di tale difesa: il suo unico dovere sarà quello di fornire alloggi e logistica.
In questa Europa se un reato è "federale", ovvero viene violata una legge comunitaria, si può andare in prigione in qualunque posto all'interno della Comunità Europea, se la pena è superiore all'anno. Tanto più lontano, quanto è più grave la colpa.
In questa Europa vi è una moneta unica, chi volesse mantenere la propria dovrà avere comunque l'obbligo di accettare quella comunitaria anche nella piccola distribuzione.
In questa Europa bisogna conoscere almeno l'inglese elementare, e se sei inglese almeno un'altra lingua comunitaria.
Ci arriveremo mai?

sabato 31 maggio 2014

Dubbi

Alle ultime 3 votazioni, regionali, politiche ed europee, ho votato M5S.
È da più di un anno che mi sento dare del fascista, nazista, comunista, grullo, ignorante, sessista, squadrista, violento, xenofobo, lobotomizzato, arrogante, credulone, appecorato, complottista e non so più quante altre cose negative.
E io che pensavo di essere un libero opinionista non affiliato a nessuna associazione, partito o movimento.
Ma tutte queste accuse mi fanno paura, non voglio vivere in un Paese che mi reputa così negativamente e siccome non posso cambiare Paese, cambio opinione, cambio ideologia pur di non subire questa violenza verbale e psicologica nei miei confronti; seguirò la maggioranza, che mi da sicurezza, forza e fiducia.
Poi mi viene in mente un altro periodo storico italiano in cui la gente si sentiva più al sicuro seguendo ciò che diceva la maggioranza, temendo per se a causa delle proprie idee diverse.
Allora penso che ho ragione io: continuerò a pensare a modo mio, cambiando opinione se è necessario, ma solo perché lo voglio io e non per paura delle offese altrui.

giovedì 29 maggio 2014

39

29 maggio 1985.
Una data che ha l'eco dell'epitaffio, una data che porta con se tristezza, dolore, rabbia.
Doveva essere festa, gioia, o al massimo delusione sportiva.
Fu la più grande tragedia che ha coinvolto il calcio italiano, anche se non avvenne materialmente in Italia, forse per questo non la si sente italiana, ma solo bianconera.
Peccato, le tragedie lo sono a prescindere dai colori, perché in fondo ognuno di quei 39 aveva amici o parenti di altri colori sportivi.
Ma è l'Italia, terra di campanili: i nostri morti, i vostri morti. I morti sono morti e bisognerebbe solo lasciarli in pace, perché sono di tutti.
Io non avevo neanche 6 anni e mezzo, praticamente non ricordo nulla di quella sera, tranne che qualche immagine del telegiornale, forse pure alterata dalla riedizione di quelle immagini durante gli anni successivi.
Se devo pensare a quella sera, se leggo o sento la parola Heysel la prima immagine che mi salta in mente è quella di una donna, bionda capelli lunghi, maglioncino bianco, riversa a terra, non saprei dire se svenuta o peggio, non saprei dire nemmeno se è un'immagine reale o un collage di ricordi che ha fatto la mia memoria negli anni.
Ricordo anche la sensazione di assurdità di quell'evento, un'assurdità che passava attraverso lo schermo televisivo e rimbalzava tra le pareti di casa.
Non ho mai voluto rivedere quelle scene, quelle immagini, oggi sarebbe facilissimo recuperare il video di quella serata, per poter almeno rivedere e rivivere con occhi da adulto quella bruttissima notte che doveva essere di festa; ma no, non ne ho voglia, non saprei dire il perché, ma proprio non mi riesce di cliccare su qualunque link che porti ad un video di quella sera.
Tutte le discussioni sul giocare o meno, sul festeggiare o meno, sull'ostentare o meno quel trofeo non mi riguardano: bisognava essere li quella sera per capire cosa era giusto o no, e giudicare dal di fuori è sbagliato.
Quindi astengo il mio giudizio, e di quella sera voglio solo ricordare quei 39 ragazzi, uomini, donne e bambini che persero la vita per il sogno di vedere una finale di Coppa Campioni.
Ciao.

martedì 27 maggio 2014

Ce la faremo

Amore mio, quello che hai detto ieri è vero: un giorno guarderemo indietro a questi giorni e rideremo pensando a quanto è stato difficile.
Ci amiamo e stiamo crescendo nei momenti duri, tutto questo ci rafforzerà e sta tranquilla che io sarò sempre al tuo fianco e so che tu farai altrettanto.

"...ma questa vita un po' la cambio se quando torno
Ad aspettarmi trovo te io la mia casa la difendo e si può
credere alle favole anche se fai a pugni con il mondo..."

Ti Amo!

lunedì 26 maggio 2014

Altro giro, altra corsa

Europee 2014.
Prima un po' di numeri: hanno votato quasi il 60% degli aventi diritto, molto pochi e non essendo periodo di mare questa è un'astensione volontaria e non di convenienza.
Faccio il paragone con le politiche del 2013 e non userò le percentuali, dato che il dato dell'affluenza è molto diverso (58% vs 75% di allora). Il PD guadagna 2 milioni e mezzo di voti, tantissimi; il M5S ne perde 3 milioni, un'enormità; FI, prima PdL, ne perde altrettanti 3 milioni; la Lega ne guadagna 200 mila; Fratelli d'Italia 250 mila, ma in entrambi i casi sono sempre una miseria in termini assoluti; tutti gli altri sono sostanzialmente spariti o rimasti con i propri voti invariati.
Quello che colpisce a prima vista è il crollo del Movimento 5 stelle, a mio avviso hanno pagato l'anno di chiusura e di eterna contestazione: i voti presi lo scorso anno erano un po' del PD e un po' del PdL, è evidente che una parte di quelli del PD sono ritornati a votarli.
L'effetto Renzi per ora sta pagando in termini di consenso, hanno riportato a casa un po' dei voti persi a favore del M5S e convinto gli indecisi.
La scomparsa politica di Berlusconi ha messo in chiaro quello che si sapeva da 20 anni a questa parte: finito lui, finisce anche il suo partito, ma dai pochi consensi presi da Fratelli d'Italia, la strada per costruire un centrodestra credibile è ancora lunga.
Se il M5S vuole riprendere consensi, deve smetterla di alzare le barricate, alla lunga gli italiani si stancano delle chiacchiere e degli scontri: siamo un popolo di intrallazzatori, non è nella nostra cultura fare i duri e puri, anche se a parole ci piacerebbe tantissimo. Piuttosto, si facciano vedere di più in Tv (e l'emorragia di voti è stata limitata solo perché da diversi mesi abbiamo cominciato a vederli in faccia in tv gli esponenti di spicco del movimento) e la smettano di cavalcare l'onda del sensazionalismo: il popolo si è assuefatto ormai ai vari "guardate cosa fa il deputato x", "vedete cosa succede alla camera", inoltre viene data troppa visibilità a certi idioti che gli da solo una cattiva pubblicità.
Su Renzi sono molto scettico, non mi è piaciuta la sua scalata ai vertici del partito, non mi piace la sua estrazione democristiana e nemmeno le sue bugie, ma prima di bocciarlo definitivamente voglio vederlo all'opera sia in Italia che in Europa, ma il tempo passa e ancora siamo a tante parole ma pochi fatti.
Nel resto d'Europa hanno votato contro questo assetto europeo, contro questa politica economica, contro questa Germania e sostanzialmente contro questa Unione che porta pochissimi benefici al popolo.
Noi ovviamente, visto che siamo in perenne ritardo sulle cose, ci alleiamo adesso con la Germania (quando era invece il momento di farlo, la chiamavamo "culona inchiavabile") che il disastro sembra alle porte.
Mi ricorda qualcosa, spero di sbagliarmi...
Aspettiamo gli eventi, anche se la sensazione di volersi trovare in un altro posto è grande.

venerdì 23 maggio 2014

Boh

Veramente, non lo so...
Leggo e rileggo la tua risposta e mi vengono in mente tanti pensieri, la maggior parte non felici.
Se rispondessi con la pancia finirebbe male, ma ho imparato a non farlo: forse è ora che impari pure tu.
Cominci col rinfacciarmi difetti, ma se dobbiamo iniziare un botta e risposta su questo tema non la finiamo più, dato che entrambi non siamo perfetti.
Se ripensi a quella sera ti viene da vomitare? Se anziché incazzarti, lasciassi parlare e spiegare, manco ci arrivavi all'incazzatura, visto che non avevi capito per niente il senso del mio discorso. Ma va bene così, mica posso pretendere chissà cosa da chi vuole fare la "figlia famiglia".
Infine, se sapevi che ti sarebbe passata la voglia, era meglio se manco la iniziavamo sta cosa.
Ma lo sbaglio è mio, lo so.

2.0

Allora, molto probabilmente non sono stato chiaro su una cosa: abbiamo iniziato e non si torna indietro.
Si, ok, non abbiamo messo ancora niente la dentro, ma il fatto stesso che se ne parla da quasi un mese per me è sinonimo di iniziare.
C'è stato intoppo, ce ne saranno tantissimi, non è che ci dobbiamo fermare ogni volta, giusto?
Tra l'altro per una cosa che personalmente reputo una fesseria, perché fondamentalmente io non ho messo nessun paletto, ma solo obiettato per via di una situazione contingente e che potrebbe rivelarsi una rottura che mi e ci rovina uno dei giorni più belli della nostra vita (e per inciso, è un non problema, dato che dalle nostre parti di domenica non ci si sposa, quindi non c'è nessun pericolo)
Solo questo.
Per il resto, come hai potuto avere modo di vedere, io ho fatto altri passi: sabato scorso ce n'è stato pure uno molto grosso. Il disegno del progetto lo continuo a fare e a breve, se ci riesco, metto degli screenshot pure qua.
Mi pare tutto per stasera...
ah no, c'è ancora questo: TI AMO!!!

giovedì 15 maggio 2014

Niente è lasciato al caso

Un po' di pazienza amore mio, non ho abbandonato niente e nessuno.
Sono stati giorni un po' strani con accelerazioni e rallentamenti a lavoro, con distrazioni e stanchezza, ma prometto che se ci riesco ti faccio vedere una cosa.
Ti amo e vorrei vederti sempre col sorriso, per quanto sarà in mio potere, ci proverò sempre a dartene uno.
Sei la mia vita.

mercoledì 7 maggio 2014

Metodo Montessori

Oggi mi sono imbattuto in questa pagina, forse è vecchia perché mi sa di averla già vista, ma avevo voglia di commentare ogni voce (il mio commento è in corsivo)
Ecco note più assurde e divertenti trovate sul web:
  • Non è possibile svolgere la lezione causa olezzo nauseabondo proveniente da luogo ignoto.
    [Controllare il bagno?]
  • C.D. aizza i compagni a lanciare penne e gomme verso il sottoscritto.
    [E matite no? non mi sembra corretto]
  • A.C. bacia appassionatamente S.D. mentre S.F. fotografa l’idillio.
    [Piccoli Fabrizio Corona crescono]
  • Per festeggiare la sufficienza in arte L.S. spara un fumogeno dalla finestra dell’aula.
    [Anche questa è arte, nel festeggiare]
  • A. parla in arabo in classe e non vuole dire il significato in italiano
    [Prof, certe cose meglio non saperle]
  • C. disturba la lezione dando testate al muro.
    [Magari è colpa della lezione]
  • L’alunno F.M. ritorna dal bagno dopo 20 minuti dicendo che non lo trovava.
    [Cosa?? sta li in mezzo alle gambe da quando è nato! ah, dice il bagno?]
  • R.F. non ha il materiale di musica e tenta di nascondersi agli occhi della docente. Sono delusa.
    [Povera stellina, andrà in psicanalisi per questo]
  • Invito i colleghi docenti della 3^F a fare una riflessione sulla condotta dei propri alunni. La mia è la seguente: Una classe allo sbando!
    [Se hai bisogno di scriverlo su un registro per comunicarlo ai colleghi, anche voi prof lo siete!]
  • L’alunno D.L. giustifica l’assenza del **/**/**** per: Ha ceduto una diga in Puglia (siamo in Lombardia)
    [E poi dicono che i lombardi sono freddi e distaccati]
  • L’alunno A.S. assente il 16/03/2008 motivo: Dovevo picchiare bene il mio cugino
    [Mi sembra giusto]
  • La classe festeggia il Natale con 6 mesi 7 mesi di anticipo. O 5 di ritardo.
    [Il Natale quando arriva, arriva!]
  • S.L. nell’ora di inglese canta con le cuffiette, poi insulta l’insegnante e viene allontanato dalla classe. D.O. di risposta si mette a cantare.
    [Ma almeno cantavano in inglese? Coerenza]
  • In classe volano patate e altri ortaggi.
    [Oggi minestrone]
  • L’alunno B.C. lancia bottigliette d’acqua vuote dalla finestra facendo starnuti finti per coprire il rumore
    [Almeno sa fare la differenziata]
  • L’auto della professoressa di storia è bersaglio degli sputi di F.S.
    [La stava lavando]
  • L’alunno L.T. rimane in bagno per mezz’ora. Al suo ritorno sostiene di aver aiutato un alunno di quinta che si era perso
    [Grandi scuole]
  • L’alunno B.D. peregrina senza meta per la classe.
    [Un  lungo viaggio immagino]
  • R.P. si autoestrae un dente nell’ora di filosofia
    [Pronto per fare odontoiatria]
  • L’alunno M.D. giustifica l’assenza del **/11/2008 per: Raccolta olive
    [Braccia restituite all'agricoltura]
  • A.F. ride ininterrottamente da venti minuti e presenta segnali di convulsioni
    [È sicuramente colpa della lezione]
  • L’alunno G.P. messaggia con mia figlia in classe e chiede al sottoscritto se è libera questo pomeriggio.
    [La colpa è anche di sua figlia però!]
  • La lavagna è imbrattata di disegni osceni raffiguranti la sottoscritta
    [Vogliamo una prova fotografica]
  • L’alunno T.U. butta il proprio banco e la sedia del suo compagno fuori dalla classe per motivi ignoti.
    [C'è sempre un buon motivo per fare una cosa del genere]
  • L’armadio di classe è tagliato a metà.
    [Preparavano il numero di magia, chissà se la modella si è salvata]
  • L.F. giustifica l’assenza del 24/05/1999 per: Mi sto preparando, con largo anticipo, alla fine del mondo
    [Sono curioso di sapere come]
  • D.L. ‘abbaia’ durante la lezione
    [Nella vecchia fattoria]
  • Metà della classe è assente, l’altra metà tenta di convincermi che gli assenti non sono mai esistiti.
    [Magari hanno ragione i ragazzi stavolta]
  • La classe interrompe la lezione per tagliare i capelli a G.F.
    [E poi dicono che a scuola non si impara a lavorare]
  • Alla notizia dell’intervento di uno psicologo in classe, M. si alza dal banco, si siede di fronte alla porta e simula comportamenti autistici
    [Magari è veramente autistico e finora ha solo simulato di essere normale]
  • L’alunno S. C. lascia l’aula prima dell’orario di uscita dopo aver fotografato la lavagna con il cellulare sostenendo che avrebbe riesaminato la lezione a casa sua.
    [Un genio]
  • L’alunno A., assente dall’aula dalle ore 12.03, rientra in classe alle ore 12.57 con un nuovo taglio di capelli.
    [Aveva fatto un salto nella classe poco sopra]
  • Gli alunni M. P. e D. A. dopo aver rubato diversi gessetti dalla lavagna di classe, simulano durante la lezione l’uso di sostanze stupefacenti tramite carte di credito e banconote arrotolate, tentando inoltre di vendere le sopraccitate finte sostanze ai propri compagni. A mia insistente richiesta di smetterla vengo incitato a provare pure io per non avere così tanti pregiudizi.
    [Abbiamo le prove: sniffare il gesso fa male!]
  • La classe non mostra rispetto per l’illustre filosofo Pomponazzi e ne altera il nome in modo osceno.
    [E vabbeh, ma lei se le cerca!]
  • L’alunno M. dopo la consegna del pagellino da far firmare ai genitori riconsegna il pagellino firmato 2 minuti dopo. Sospetto che la firma non sia autentica.
    [Elementare Watson]
  • Il crocefisso dell’aula stato rovinato. Il Cristo ora porta la maglia della nazionale.
    [È per questo che abbiamo vinto i mondiali?]
  • L’alunno A. durante l’intervallo intrattiene dalla finestra dell’aula gli alunni dell’istituto imitando Benito Mussolini, munito di fez e camicia nera, presentando una dichiarazione di guerra all’istituto che sta dall’altra parte della strada.
    [Un 9 in storia contemporanea non glielo toglie nessuno però]
  • Dopo aver fatto scena muta durante l’interrogazione di geografia astronomica V. chiede di avvalersi dell’aiuto del pubblico
    [Poteva chiedere il 50 e 50 prima]
  • L’alunno M. G. al termine della ricreazione sale sul bancone adiacente la cattedra e dopo aver gridato “Ondaaaa energeticaa!!!”, emette un rutto notevole che incita la classe al delirio collettivo.
    [I capelli gialli sono venuti a qualcun altro però]
  • Facendo l’appello e notando l’assenza dell’alunno S., mi viene detto dall’alunno C. di non preoccuparmi. Quest’ultimo estrae il portafoglio, lo apre e simulando di parlare ad una terza persona urla “Scotty: teletrasporto!”. Con fragorosi effetti sonori fatti con la bocca, l’alunno S. fuoriesce dall’armadio.
    [Star trek vs Narnia]
  • L’alunno L.P. durante l’ora di educazione fisica insegue le compagne di classe sventolando in aria lo scopino del water.
    [Ma non si giocava a calcio una volta durante ed.fisica?]
  • L’alunno L.P. durante la lezione di educazione fisica usa la pertica come simbolo fallico.
    [Superdotato]
  • Si espelle dall’aula l’alunna M. Ilaria perché ha ossessivamente offeso la compagna Sabatino Domenica chiamandola Week End.
    [Non aveva tutti i torti però!]
  • L’alunna B.R. fa sfoggio della sua biancheria intima lanciandola sul registro del professore.
    [Cosa non si fa per un buon voto...]
  • La classe nonostante i continui richiami del professore continua imperterrita durante le ore di c.t.a. a emanare flatulenze senza che i colpevoli si dichiarino e l’aria ormai è resa irrespirabile da tali esalazioni. Si prega di fare nota ai genitori di tale maleducazione.
    [Ed aprire le finestre no?]
  • Gli alunni M. e P. incendiano volontariamente le porte dei bagni femminili per costringere le ragazze ad utilizzare il bagno maschile.
    [Geni del male!]
  • L’insegnante di latino: “L’alunno è entrato in aula, dopo essere stato per 20 minuti al bagno, aprendo la porta con un calcio; ha fatto una capriola e ha puntato un’immaginaria pistola verso l’insegnate dicendo “ti dichiaro in arresto nonnina!”
    [È vero, i videogiochi fanno male]
  • L’alunno giustifica l’assenza del giorno precedente scrivendo “credevo fosse domenica”.
    [Ragazzo, un po' di fantasia però!]
  •  T., L. e B. chiudono in bagno una loro compagna perché ritenuta da loro “cesso”.
    [Ha una sua logica]
  • Gli alunni B. e B. durante l’ora di italiano compiono irrispettosi esperimenti di balistica usando proiettili di carta e saliva stoppini) contro il ritratto dell’Onorevole Presidente della Repubblica Ciampi. Si giustificano dicendo di necessitare un bersaglio.
    [Si comincia così e si finisce grillini]
  • L’alunno M.B. sprovvisto di fazzoletti si sente autorizzato a strappare una pagina della Divina Commedia per soffiarsi il naso.
    [Ciccio, ci sono i libri di Bruno Vespa per questo]
  • P. non svolge i compiti e alla domanda “Per quale motivo?” risponde “Io c’ho una vita da vivere”.
    [E magari la passi su facebook]
  • Liceo Scientifico Copernico di Brescia: “Gli alunni B. e N. simulano un omicidio in classe, il primo si steso a terra, il secondo disegna la sagoma”.
    [C.S.I : Copernico di Brescia]
  • L’alunno M. ha fatto l’ennesima scena muta dicendo che risponderà solo in presenza del suo avvocato.
    [Ma la telefonata gliel'hanno fatta fare?]
  • Ora di religione: “Si segnala mancanza del Crocifisso, occultato dalla classe, al suo posto cartello recante le parole “torno subito””.
    [Magari era sabato Santo]
  • L’alunno M. (egiziano, n.d.r.), continua a ripetere la parola “ano” poiché R. l’ha convito che significhi “dito”.
    [Poteva andare peggio]
  • Gli alunni P. e A. alle ore 10:25 escono dall’armadio
    [Erano a Narnia con Scotty]
  • Durante ogni comunicazione via radio del preside, lo studente Mario D. cade per terra e si raggomitola in posizione fetale gridando “Oh no ancora quelle voci!!
    [Chiamate Mulder e Scully, è roba da X-files]
  • P.D. e P.I. danno uno spettacolo di cabaret durante l’ora di inglese dopo essere stati scherzosamente chiamati Cochi e Renato dalla sottoscritta.
    [È la vita la vita, la vita ch'è bela ch'è bela, basta avere l'umbrela.... un applauso per la fantasia]
  • Durante la lezione di matematica la classe inscena il mio funerale, chiedendomi le misure per la bara
    [Almeno sono stati gentili]

martedì 6 maggio 2014

Intolleranza

In molte persone si è persa la misura delle cose.
Troppo spesso si sentono insulti verso chi non la pensa come te, verso chi tifa un'altra squadra ed in generale verso chi è diverso.
Si sta perdendo il rispetto per le persone, anche se queste la pensano diversamente da noi.
Il tuo vicino, anche si tifa un'altra squadra, vota per un altro partito, ha una diversa opinione sulla questione degli immigrati, è pur sempre un essere umano come te!
In una società civile, alla quale aspiriamo, non si dovrebbe mai perdere di vista questo concetto: pur pensandola diversamente, siamo tutti essere umani degni dello stesso rispetto.
Ed invece si leggono insulti perché quel poveraccio di immigrato scappa da una guerra civile e noi vogliamo rispedirlo indietro "perché ci ruba il lavoro", insulti perché tifo una squadra diversa da quella della mia città e vorrei festeggiare lo stesso i trofei che vinco, il capo del partito avversario ha detto una cosa per me intollerabile e quindi mi sento in diritto di insultare chi lo vota.
Capisco la rabbia, è umana, ma se anche la vuoi esprimere insultando, fallo tra te e te, non essere violento ed intollerante col prossimo, perché la tua rabbia è un problema tuo e non dovresti riversarlo sulle altre persone.
Vogliamo un mondo migliore?
Cominciamo col migliorare noi stessi.

domenica 4 maggio 2014

Questo post è pubblicato sotto l'autorizzazione del capo ultrà Genny la carogna

È normale provare un sottile piacere per ciò che è accaduto oggi relativamente alla coppa italia? Scontri, gente ferita gravemente, fumogeni, bombe carta, partita iniziata col permesso del figlio di un camorrista, inno fischiato.
Piacere perché la Juve non è sfiorata minimamente da tutto ciò.
Piacere perché in mondovisione si è assistito al de profundis del calcio italiano, e noi non veniamo minimamente sfiorati.
Piacere perché tutti coloro che si sono affannati a deprecare la pagliuzza dei bambini allo JStadium, adesso si ritrovano sta trave tra le chiappe e non sapranno come gestirla.
Sarò una brutta persona rancorosa, ma dal 2006 ho solo piacere per i fallimenti del calcio italiano.

sabato 3 maggio 2014

Anodo

Ovvero, scriviamo qualcosa di positivo.
Mi fa piacere vederti finalmente energica e positiva, ti amo e voglio sempre vederti così!
In qualunque modo o maniera, ce la faremo.
Sistemiamo tutto e partiamo per quest'avventura: lo vogliamo entrambi e lo sai che quando facciamo le cose assieme otteniamo il nostro scopo!
L'importante è sostenerci a vicenda.
E non è un sogno, ma una bella realtà, la nostra.
Ti amo

giovedì 1 maggio 2014

Primo maggio

Scrivere qualcosa di interessante ed originale sul primo maggio?
Boh, non mi viene niente...
Perché è stato tutto detto: disoccupazione ai massimi storici, sopratutto quella giovanile, lavoro che somiglia sempre più alla schiavitù, contratti non rispettati, paghe non rispettate; c'è da risanare un Paese, altro che festa...
Ormai è occasione per saltare un giorno di scuola, prendersi un giorno extra di relax, fare una scampagnata che la primavera è ormai arrivata, ed organizzare qualche concerto finto-comunista.
È anche l'anniversario della prima strage di Stato: Portella della ginestra, a cui però nessuno pensa e in molti ne sono all'oscuro.
Il segreto di stato in questo caso è per lo più sepolto assieme ai protagonisti politici ed esecutori materiali di questa tremenda strage che ha avuto ripercussioni nella politica siciliana dei decenni successivi.
Quindi, buon primo maggio, ma non pensate a cosa rappresenta o cosa avvenne in questa giornata.
Godetevelo senza pensieri.
Anzi, non pensate, che è meglio.

mercoledì 30 aprile 2014

My generation

Mi chiedo sempre se si sono resi conto di aver mandato una generazione al macero.
E se l'hanno fatto di proposito è ancora peggio.
Quando avevo 17-18 anni, a me e ai miei coetanei il futuro era sostanzialmente un bivio: se ne avevi voglia e testa andavi all'università per poter un giorno far parte della classe dirigente, oppure entravi nel mondo del lavoro come operaio. Terza scelta, carriera militare.
A poco meno di 15 anni di distanza da quel bivio i miei coetanei si dividono quindi in 2 fasce economiche: chi ha già una decina di anni di esperienza lavorativa ed un po' di soldi in banca e chi ha perso il treno perché ha continuato gli studi ed adesso non trova un lavoro che valga gli sforzi spesi negli anni universitari.
Per cui abbiamo, chi intellettualmente sognava ed era pronto ad un futuro da dirigente, con relative mensilità, e chi non ha perso tempo, ha più soldi ma meno ambizioni, meno intelletto (e chi pensa sia un discorso classista e razzista: lo è, non siamo tutti uguali).
Tutto al rovescio in pratica.
Chi ha i mezzi intellettivi e la capacità per emergere non ha gli strumenti adatti, e chi ha tali strumenti li spreca in idiozie.
Chi ha scelto la vita militare, piena di sacrifici certamente, ha anche uno stipendio statale e la maggior parte delle volte è pure sovrapagato in rapporto alle ore e alla qualità del lavoro che svolge.
Lo hanno fatto apposta?
Riformare le università per creare un esercito di laureati, azzerandone così il valore di quel pezzo di carta, è stato controproducente alla lunga: bene che ti va, fai la baby sitter, il commesso o lavori in un call center. Che cazzo ti sei laureato a fare?
Creare posti di lavoro simili alla schiavitù ha dall'altro lato creato un esercito di ragazzi pronti a mettersi in tasca quei 4 soldi da buttare il sabato sera. Ma almeno ce li hanno quei 4 soldi.
In tutto ciò la classe dirigente (che è sempre quella da 20 anni, quella che ha fatto questi danni sta ancora li!) se la gode e guarda noi piccoli topolini come dei falliti che hanno studiato tanto e non trovano lavoro, oppure come ignoranti che non hanno studiato e quindi non possono capire quanto è complicata la politica.
Si, l'hanno fatto apposta!

martedì 29 aprile 2014

Si comincia

Allora hai detto di si, ci speravo, lo sai.
Non ne ero sicuro, perché con te non si è mai sicuri, ma non è un male: mi piaci anche perché sei imprevedibile.
Sarà dura, ci saranno imprevisti e probabilità (si, il Monopoli è una splendida metafora della vita), ma se lo vogliamo entrambi ce la faremo.
Sappi però che non si torna indietro, appena cominciamo, appena mettiamo una cosa sola la dentro, allora non ci sarà che ti incazzi e ricominciamo coi "non me ne fotte un cazzo, vaffanculo", "chiavi sul tavolo", "è casa tua, io non decido niente": si fa tutto insieme, e se qualcosa non va la si dice.
Ed io prometto di essere il meno stronzo possibile.

p.s. Il "vendesi" lo tolgo appena cominciamo a metterci qualcosa dentro: la mia testa è fatta così, vuole l'uscita d'emergenza in caso di imprevisti. Ma è solo una mia cosa mentale, non implica nessun mio ripensamento a quanto detto in precedenza e nemmeno doppi giochi.
p.p.s Ti amo!

sabato 26 aprile 2014

Progetti

Ok, parliamone seriamente. Ma proprio seri seri!
Se volessimo andare a vivere assieme in quella casa, senza in questo momento calcolare le spese per giornate speciali.
Ragioniamoci.
A livello proprio di arredamento, di cosa abbiamo strettamente bisogno?
Una camera da letto ed una specie di soggiorno; pur volendo ikeizzare tutto, un migliaio e mezzo di euri ci vogliono.
Completare il cucinino; qui serve molto meno: il piano cottura c'è, un forno elettrico ventilato pure, mancherebbero alcuni elettrodomestici di poco costo.
Box doccia da chiudere, così ci si può lavare senza combinare un casino in bagno; ed anche uno scaldabagno, che ci dobbiamo lavare pure in inverno; meno di 400 euri e si fa tutto.
Una lavatrice, che non si può fare eternamente la spola con casa dei nostri genitori per lavare la roba; non ne ho idea di quanto costino, ma altri 400 euri penso che ci vogliano.
Delle sedie ed un tavolo da mettere su, così si evita di dire alle persone di portarsi le sedie se vogliono venire a cena.
Per vivere, materialmente, dobbiamo mangiare; non ne ho idea, ma 60 euri a settimana per noi 2 penso che siano sufficienti, senza esagerare.
Igiene casa e persona, non lo so veramente quanto incide nel bilancio familiare, ma non penso tanto.
Una connessione ad internet, solo dati, senza telefono, che ci sono i cellulari e bastano e avanzano.
Dimentico nulla?
Tiriamo le somme?
Io sono serio eh!

p.s. se vuoi rispondere fallo nel tuo blog, e continuiamo i discorsi solo così, epistolari, all'antica (ma in modo moderno)

giovedì 24 aprile 2014

Mothia

A pasquetta sono stato a Mothia con la mia ragazza, è stata una bella giornata, come tutte quelle che passiamo assieme anche se siamo soltanto noi due.
Anzi, spesso ci capita di passarle meglio le giornate quando siamo soli piuttosto che in compagnia.
Sarà perché abbiamo lo stesso carattere un po' schivo, che ci porta a stare meglio quando gestiamo noi i tempi e i modi per fare qualunque cosa, e allo stesso tempo ci adattiamo benissimo l'uno con l'altro.
Dici, che ci vai a fare a Mothia per l'ennesima volta che l'hai pure studiata all'università? Beh, a parte che ritornare a vedere un sito archeologico non fa mai male, soprattutto se hanno fatto scavi recenti, ti arricchisce dentro, ti fa pensare. E poi non c'ero mai andato con la mia donna: spiegarle le cose che vedevamo, la storia del posto che stavamo visitando, ridere e scherzare con lei di ciò che vedevamo. Vista così, non c'ero mai andato a Mothia!
Dicevo, ti arricchisce dentro e ti fa pensare: si, perché se cominci a riflettere che quello è un posto che è stato abitato 2500 anni fa, da persone che praticamente avevano i tuoi stessi bisogni, ma vi ovviavano in maniera diversa, ti fa inquadrare meglio quanto siamo piccoli ed insignificanti al cospetto della Storia.
Persone come noi, che avevano bisogno di lavorare, mangiare, dormire, praticare riti religiosi e seppellire i propri cari. Come noi.
Ma in modo diverso, ovviamente.
Certe volte mi capita di pensare a questi popoli del passato: facevano le nostre stesse cose, ma molto più lentamente. Avevano una dimensione più naturale del mondo, ne accettavano tutti i pro e i contro senza la pretesa di modificarlo eccessivamente per ottenere dei vantaggi a discapito della natura.
Ne avevano rispetto.
Quello che a noi purtroppo manca da troppe generazioni, sia perché non ce l'hanno insegnato, sia perché non riusciamo proprio ad apprezzare quello che ci circonda.
E a proposito di (non) apprezzamento: l'isola era troppo lasciata all'abbandono. Erbacce ovunque, tabelle poco esplicative e troppo vecchie, mancanza di modernità nella spiegazione delle singole fasi degli scavi.
Per quanto riguarda le erbacce, voglio sperare che sia soltanto perché era ancora il 21 aprile e la stagione turistica non è iniziata (ma una pasquetta così tarda mi sembra una buona data per farla iniziare!) ma a questo punto il prezzo del biglietto per una "bassa stagione" mi sembra troppo elevato: € 9,00 per vedere l'isola ed il museo mi sembrano un po' troppi, se poi sommi i € 5,00 del trasporto in barca (praticamente unico modo per approdare all'isola) si capisce bene che la visita non può essere affrontata agevolmente da una famiglia di 4 o più persone.
In tempo di crisi bisogna guardare anche questo se si vuole migliorare il settore turistico/archeologico: o abbassi il prezzo o migliori il servizio.
Il giro dell'isola e la visita al museo sono durate in tutto circa 3 ore, più la pausa pranzo. Noi avevamo il mio testo universitario (una trentina di pagine in tutto) che ci ha fatto agevolmente da guida e ci ha fatto capire parecchio dei ruderi anonimi che trovavamo sotto i nostri occhi.
In conclusione, lo consiglio, ma procuratevi una buona guida e non pensate troppo a quanto state spendendo o vi farete guastare la giornata.

domenica 20 aprile 2014

Auguri

Che voi crediate che sia un modo per festeggiare il ritorno alla luce primaverile, dopo il buio invernale.
Che voi crediate che sia un modo per festeggiare il ritorno alla vita, dopo la morte che porta con se l'inverno.
Che voi crediate che sia un modo per festeggiare il passaggio dalla schiavitù egiziana alla libertà verso la terra promessa.
Che voi crediate che sia un modo per festeggiare la resurrezione di Cristo morto in croce per i nostri peccati.
Che siate pagani, agricoltori neolitici, ebrei o cristiani:

Auguri di buona Pasqua!

p.s. è tutto vero: questo periodo dell'anno è sempre stato festeggiato dall'uomo da più di 10 mila anni, è solo cambiato il motivo per cui è festeggiato.

mercoledì 16 aprile 2014

Federalismo

La Lega Padana nacque con  un grande errore di fondo: quel "Padana" affianco a Lega ha fatto si che tutte le loro idee e proposte di modifiche costituzionali fossero derise e sottovalutate.
L'idea di federalismo invece non è mai stata malvagia: suddividere l'Italia in macroregioni per numero di abitanti e far gestire in semi-autonomia il sistema fiscale, avrebbe portato nuove idee e diversi capitali da nord a sud e viceversa.
Certo, Roma capitale avrebbe perso parecchio del proprio potere politico-economico, ma ne avrebbe guadagnato l'Italia.
La Lega ha sbagliato quando si è posta come un partito regionale, come un "noi" contro il resto d'Italia, mentre invece avrebbe forse raggiunto un più alto consenso se avesse allargato i propri orizzonti ed esposto le proprie idee a livello nazionale.

martedì 15 aprile 2014

Elogio della raccomandazione

Riflettevo sulla "raccomandazione", metodo di assunzione fortemente criticato.
Secondo me invece è un buon metodo per assumere perché, in linea di principio, il raccomandato ha delle credenziali che lo farebbero preferire ad altri concorrenti per il posto di lavoro.
Il problema sorge quando il raccomandato è un inetto ed il raccomandante se ne frega.
Perché se io segnalo una persona per un determinato lavoro, lo devo fare nella convinzione che questa persona sia capace nel lavoro che andrà a fare. Perché altrimenti toglierebbe solo il lavoro a qualcuno che magari è più bravo!
Il raccomandante ha una bella responsabilità, ma purtroppo storicamente in Italia agisce da irresponsabile, segnalando persone per amicizia o convenienza personale, piuttosto per vera convinzione nei mezzi di chi sta raccomandando.
Non ci sarebbe nulla di male se si cominciasse a segnalare le persone capaci per il lavoro che dovrebbero fare, anziché usare lo strumento della raccomandazione solo per fare favori e incrementare il clientelismo.

sabato 12 aprile 2014

Il consiglio

Il consiglio è il modo con cui le persone trasmettono la propria esperienza e le proprie conoscenze.
Ci sono però alcune regole da rispettare:

  • Chi riceve il consiglio deve ascoltare.
  • Chi dà il consiglio non deve aspettarsi che chi lo riceva lo prenda in considerazione.
  • Chi lo riceve, in base alla propria esperienza, e alla fiducia che ripone in chi glielo da, deve seguirlo.
  • Chi lo dà è libero di non darlo più se in passato il ricevente ha dimostrato di aver solo fatto sprecare fiato.
  • Chi lo riceve deve smetterla di chiedere consigli se poi fa sempre quel cavolo che gli pare.
p.s. anche questo post è un consiglio.

mercoledì 9 aprile 2014

Vegan & Co.

Mio cugino è diventato vegetariano, dice per caso: per combinazione si è ritrovato senza mangiare carne per una decina di giorni e ha continuato.
Però mangia il pesce... boh, vallo a capire.
Dice che gli fanno pena gli animali uccisi per farne carne da macello; ed il pesce che viene tirato su dal mare e fatto morire soffocato non fa pena? E vogliamo parlare di tutte quelle verdure che vengono strappate via dalla terra, tagliate loro le radici, sforbiciate dai loro alberi? Sicuri che non provino pure loro una qualche forma di sofferenza?
O perché, visto che non parlano, non toccano la nostra coscienza?
Ognuno poi è libero di fare quello che vuole, mi sembrano solo controsensi.
Per non parlare poi di quei talebani dei vegani, che non hanno nessun tipo di contatto con alimenti o oggetti di provenienza animale. Talebani e basta!
Vorrei solo rammentare che la scimmia antropomorfa nota col nome scientifico di Homo Sapiens è un animale onnivoro, mangia tutto: carne, pesce, vegetali e funghi. Faccio io ora il talebano: chi non rispetta questa regola va contro Natura!!

martedì 8 aprile 2014

Social cattiveria

Si sente spesso dire in tv e nei giornali che "il popolo del web" è maleducato, violento e offensivo perché spesso ogni discussione animata termina sistematicamente con l'insulto.
A parte che la definizione di "popolo del web" è una cretinata, visto che sono le stesse persone quelle che incontri dentro l'ascensore condominiale e quelle che becchi in una discussione su facecoso o tuitter.
Ma a parte la sistematica voglia di incasellare tutto e tutti che hanno i media classici, quali appunto tv o giornali, ci si dimentica di una cosa fondamentale: internet è una piazza, paragoniamola pure all'agorà dell'antica Grecia, dove trovavi chi mercanteggiava (shopping on line), chi dava le ultime notizie su politica o guerre in corso (giornali on line) o chi chiacchierava del più o del meno (social network).
Però, a differenza dell'agorà, c'è un fattore psicologico non indifferente come la separazione fisica dall'interlocutore: tale separazione, a seconda del carattere delle persone o dell'argomento trattato, può amplificare qualunque tipo di reazione. Perciò, se magari trovandosi a tu per tu con una persona che forse manco conosci, normalmente, per non esagerare, cambieresti discorso, da dietro un monitor lo sfanculi in un niente, fregandotene delle buone maniere (atteggiamento comunque sbagliato). Se muore un personaggio famoso, che magari conoscevi a mala pena, una reazione normale sarebbe dire "pace all'anima sua", su internet si sprecano gli elogi e i lutti con parole che spesso iniziano con "adesso insegna agli angeli a...".
Aggiungiamo pure che spesso l'uomo comune è represso ed il danno è fatto, visto che su un mezzo che ti tiene fisicamente a distanza da gente che oggi incroci, domani sarà chissà dove, viene facile sfogare la propria repressione giornaliera.
Non siamo maleducati (forse un po' si) né violenti, ma spesso solo repressi che trovano rilassante, e talvolta divertente, sfogarsi sul web.

lunedì 7 aprile 2014

La città moderna

Stavo riflettendo sulla composizione di una città moderna, senza una propria individualità o connotazione caratteristica, con una storia ormai sbiadita o del tutto inesistente, visto che è relegata al singolo quartiere del centro storico.
L'essere umano è un animale sociale (il più delle volte) e per questo, da sempre, ha vissuto in comunità che col passare delle epoche si sono ampliate sempre di più.
Adesso però nelle grandi città non c'è più quella caratteristica che accomunava le vecchie comunità. Sono troppo grandi, smisurate, per avere una singola identità; per cui si assiste alla nascita di diverse identità all'interno della stessa città, e ciò è delegato ai quartieri, storici, periferici, residenziali ecc... tutti con caratteristiche peculiari, ma manca sempre qualcosa, non so cosa, ma se si va in cittadine più piccole si nota la differenza. Sarà perché si conoscono tutti, si partecipa assieme alla vita politica e si creano equilibri che durano nel tempo, ma il fatto è che una cittadina più piccola è più a misura d'uomo.
Non è un caso che la qualità della vita e quindi la durata stessa è superiore nei paesi e nelle piccole città.
Si vive meglio ed è come se il tempo stesso avesse una misura diversa, meno frenetica, più umana.
Ed io vivo in una cittadina da centomila abitanti: credo che non potrei mai andare ad abitare in una città ancora più grande! E sono anche legato alla mia terra ed al pensiero di avere il mare a portata di vista, perché altrimenti me ne andrei pure in campagna...

domenica 6 aprile 2014

Il T9

Piaga dell'era moderna, padre di tutti gli equivoci, adesso è anche la scusa più abusata per giustificare la propria ignoranza in grammatica italiana.
Qui sotto alcuni esempi:

stasera NON sta sera
un altro NON un'altro
ce la faccio NON c'è la faccio
a meno che NON almeno che

Per non parlare di tutte le volte che la "e" congiunzione viene invertita con "è" copula.
È inutile che date la colpa al T9, gli ignoranti siete voi, non il cellulare!

sabato 5 aprile 2014

Quando un racconto ti colpisce?

Ovvero, qual è la differenza tra un racconto epico ed uno che ti fa dire al massimo "ah, si... carino"?
Questa è stata la discussione di una sera di tempo fa al pub; si parlava del finale di twilight (sic.) e lo mettevamo a confronto con altri racconti.
Il mio punto di vista: Twilight è un racconto per ragazzini, privo di mordente e con un finale annacquato.
[Attenzione SPOILER]
Soprattutto finale annacquato: perché tutta quell'azione, quella lotta, quelle morti eccellenti, non era altro che una pippa mentale e quindi farmi concludere che il film è stato una delusione.
Si, perché il confine tra epica e raccontino carino è sottile ma molto importante: nell'epica qualcuno muore.
È proprio la morte che innalza il livello di un racconto.
Se prestiamo attenzione, cosa sarebbe di Guerre Stellari se Darth Vader alla fine restasse in vita per magari andare a pesca nei week end col figlio Luke? Oppure Orlando restasse in vita al termine dell'agguato a Roncisvalle per fare il figo con Carlo Magno? Immaginatevi la scena: Romeo e Giulietta, anziché suicidarsi per amore, scappano e vanno a vivere in un'altra città sotto mentite spoglie. E chi si sarebbe mai ricordato di loro due?
Dobbiamo ammetterlo, è la morte che nobilita un racconto, senza di essa ogni vicenda sa di ingenuo e non ne proviamo interesse.
Attenzione, non è morbosità, non è ricerca di un tabù, è una cosa inconscia, probabilmente esiste nella nostra mente un qualche background ancestrale che ci emoziona quando in un racconto muore qualcuno, forse perché quando ancora vivevamo nelle caverne e la sera si tornava in comunità e ci si raccontava le storie dei cacciatori di generazioni passate, c'era sempre qualcuno che moriva; e così per millenni il nostro cervello ha imparato ad emozionarsi quando ascolta una storia in cui uno dei protagonisti muore.

venerdì 4 aprile 2014

Esportare la democrazia

Quello dell'esportazione della democrazia è un concetto relativamente recente, ma diciamoci la verità: più che un ideale è una scusa per invadere territori stranieri e far girare la propria economia.
Si, perché più che altro è farsi belli agli occhi dell'opinione pubblica con belle parole e nel contempo nascondere le effettive nefandezze che si fanno nel Paese in cui si pretende di esportare tale democrazia.
Ci sono diverse considerazioni da fare; in primo luogo, con che diritto pretendiamo di avere noi ragione dicendo che la "democrazia" sia il miglior sistema di governo esistente, esistono tante altre forme di governo che non necessariamente prevedono una consultazione dei governati per decidere chi li deve governare. Oltretutto all'interno stesso del gran calderone della democrazia ne possiamo vedere varie forme, alcune delle quali prevedono perfino dei regnanti (ed in quei Paesi non si sta nemmeno tanto male).
Un'altra considerazione che mi viene da fare è che quella che noi chiamiamo democrazia e che prevede un suffragio universale, degli eletti che legiferano e mandano avanti la collettività, è una forma di governo molto recente, se paragonata alla storia dell'umanità.
All'alba della civiltà infatti vigevano varie forme di oligarchia, dove i più anziani e saggi decidevano per tutti; man mano che le comunità si allargavano, nacquero i regni, che nella loro forma peggiore divennero tirannidi; in Grecia c'è una prima intuizione di ciò che abbiamo adesso: nasce il concetto di "democrazia", ovvero governo del popolo, nel senso che il popolo eleggeva i propri rappresentanti, ma mica votavano tutti. Esperimento provato un po' ovunque e con diverse varianti, ma sostanzialmente fallito, visto che dappertutto nacquero regni ed imperi retti da monarchi assoluti.
Col passare dei secoli i regnanti concessero sempre di più ai propri baroni, ma solo dalla Rivoluzione Francese in poi c'è la presa di coscienza che è il popolo a decidere del proprio destino e di chi lo deve governare. E dopo due secoli abbondanti stiamo ancora cercando di migliorare questa cosa che chiamiamo "democrazia".
Dopo tutto sto pippone di excursus storico, cosa voglio dire? Che ci vogliono secoli per arrivare alla consapevolezza che la democrazia è un diritto dell'uomo, che tale diritto però lo si deve guadagnare e soprattutto lo si deve desiderare e manco è detto che si stia meglio di prima con esso.
Quindi, vogliamo esportare la democrazia? Insegniamo loro cosa significa, che bene prezioso sia e non imponiamolo con la forza che tanto è tutto inutile, perché se qualcuno viene con la forza a casa mia ad impormi una cosa, potrà essere pure la cosa più bella del mondo, ma se non ho gli strumenti per capirla, allora non la vorrò mai!

mercoledì 2 aprile 2014

Eccellenze italiane

Spesso ci sentiamo raccontare di quanto eccellente sia il popolo italiano e di quante meraviglie ha portato all'umanità in campo scientifico e artistico soprattutto.
Un lungo elogio, forse pure leggermente dalla tinta fascistella, dove ci vengono elencate le mirabolanti gesta di Cristoforo Colombo, il genio di Leonardo, la grandezza di Michelangelo, la fantasia di Dante o lo spirito scientifico di Galileo, tanto per citare i primi che mi vengono in mente.
Io la vedo diversamente: per me di italico queste illustrissime persone hanno veramente poco, a mala pena il luogo di nascita e qualche volta la lingua.
L'Italia, la nostra Italia, bella e unita politicamente, linguisticamente e (forse) civilmente, nasce agli inizi dell'800, si unirà definitivamente nel 1860, ma già con Napoleone si hanno i primi stimoli e le prime volontà di creare una Nazione in senso moderno.
Cosa voglio dire? Chi nacque e operò prima di quel periodo per me non è "italiano", è genovese, fiorentino, romano, pisano, cittadino del mondo... è figlio di una nazione che credeva negli uomini e gli dava fiducia e mezzi per esprimere il loro genio.
È grazie alla Spagna che Colombo mise fine alla chiusura dei commerci medievali, grazie al coraggio e ai soldi di quella Nazione che Colombo poté entrare nella Storia e noi vantarcene!
Se non era per gli Sforza, i re francesi e chiunque altro volle servirsi del suo Genio, Leonardo avrebbe passato la sua vita a dipingere putti in qualche chiesetta toscana; se non fosse stato per i tanti soldi dei Papi rinascimentali o dei Medici, col cavolo che Michelangelo sarebbe stato il più grande scultore dell'ultimo millennio (e forse anche di quello passato).
L'Italia, quella che conosciamo noi, non c'entra niente con queste persone! Non ha investito un bel niente su di loro, ma ne trae solo i benefici (e non sempre).
L'Italia può vantarsi di Marconi, di Verdi, di Camillo Benso, di Olivetti, ovvero di uno sparuto numero di uomini che ha vissuto e lavorato in questo Paese, che ha studiato nelle Università fornite da questa Nazione e imparato da maestri che a loro volta sono nati da queste parti.
E adesso? di chi possiamo vantarci al giorno d'oggi? Forse di qualche sportivo, di qualche stilista o di qualche genio vincitore pure di Nobel (ma quanti di questi ultimi hanno lavorato in Italia?); e d'altronde la statistica sulla "fuga di cervelli" è chiara: se sei abbastanza intelligente, o hai un talento particolare, per dare un contributo all'umanità in qualche modo, te ne vai da questo Paese che non riesce a dare ai propri figli i mezzi adatti a far uscire il tuo talento!
Non voglio dire che tutti quelli che vanno via dall'Italia sono dei geni, ma sicuramente se lo sei restando qua non ottieni nulla.
Qua restano quelli con mezzi limitati, ed in certi casi li votiamo pure.

lunedì 31 marzo 2014

3D

L'altra sera sono andato al cinema a vedere l'ennesimo film proposto in versione 3D.
Premesso che già il fatto che in città non ci sia un cinema che ti faccia scegliere se vederlo in maniera tradizionale o in 3D, mi fa un po' girare le scatole, ma vabbeh, la città è piccola e scegliere è un lusso che in tempo di crisi non ci possiamo permettere.
Ad ogni modo, è già da qualche anno che, soprattutto i film d'azione, vengono proposti in versione 3D, che sulla carta è una figata mostruosa.
Ahimè la realtà è ben diversa: il film il più delle volte è proposto semplicemente con una profondità di campo maggiore che nella versione normale, niente di eccezionale, insomma. Inoltre non aggiunge niente alla trama, non mostra niente di più che se fosse distribuito in 2D.
Non sono un tipo che va contro le nuove tecnologie, tutt'altro! Ma uno il 3D se lo immagina come se ti trovassi immerso nell'azione, nella scena, nella storia! Pretendo troppo? Forse, ma allora che senso ha farmi indossare degli occhialini, che il più delle volte mi fanno venire il mal di testa, se non ricevo degli stimoli visivi maggiori? C'era sto supereroe (era Cap. America) che lanciava lo scudo a mo' di flipper, ed io stavo li che lo vedevo rimbalzare: pensa che spettacolo se, grazie al 3D, avessi avuto l'impressione di trovarmelo lanciato addosso! Ed invece nulla...
Film bello, ma a che serve il 3D se non ti fa aumentare la sensazione di esserci stato li in mezzo?

domenica 30 marzo 2014

Sveglia

Ore 7:15
Suona la sveglia.
Controllare il cellulare. Mandare sms di buongiorno. Andare in bagno. Entrare in cucina. Salutare i genitori. Fare colazione.
Rendersi conto di cosa si è appena sognato. Ice ancora non ha ben realizzato, si è svegliato ma non capisce se è un sogno quello che sta vivendo o ha appena smesso di sognare.
Realizza che l'angoscia che si porta dietro e che lo ha fatto svegliare di malumore è per via di una brutta nottata, passata nell'angoscia di un brutto sogno.
Piano piano capisce che ha ancora un negozio, non ci sono le bombe, e quella è la solita routine di un Paese tranquillo.
Ma volge lo sguardo verso la tv accesa e presta attenzione a ciò che dice il telegiornale:
"Crimea, oggi è un brutto giorno per il mondo. Scaduto l'ultimatum dell'ONU nei confronti della Russia, sono partiti i primi razzi offensivi verso quel territorio occupato illegalmente. Gli USA e tutta l'Unione Europea si schiera al fianco dell'Ucraina in quella che sembra essere un'escalation verso la III Guerra mondiale"
Ad Ice passa la fame. Ma pensa che andrà a svuotare il negozio e mettere al sicuro la merce.
Ma prima c'è una cosa ancora più importante da fare.
-"Pronto, Pearl?"
-"Si tesoro? che c'è? hai una voce...."
-"Già, poi ti spiego... volevo dirti che ti amo.... e che dobbiamo andare in chiesa a parlare col prete"

FINE

sabato 29 marzo 2014

Finché morte non vi separi

Era un tardo pomeriggio di quel caldo autunno quando attraverso la rete clandestina si cominciò a spargere la voce di un imminente e massiccio attacco proprio nei pressi di quel quasi dimenticato angolo di Pianeta dove vivevano Ice e Pearl.
Perché attaccare proprio li? Cosa aveva di speciale? La notte prima si erano uditi forte e incessanti le eliche di una flotta di aerei che cercavano riparo in ciò che restava di quel piccolo aeroporto della NATO.
Cosa o chi trasportavano di così tanto importante quegli aerei? Tanto da scatenare l'apocalisse proprio li? Era inutile saperlo adesso, l'avrebbero scoperto dopo, se fossero sopravvissuti.
Sopravvivere.
Ora più che mai.
Ma c'è una cosa che Ice voleva principalmente, prima che fosse troppo tardi: voleva sposarla.
Come può passargli per la testa una cosa del genere proprio nel momento della fuga? Era la cosa più importante di tutte in quel momento: se non ci fosse stato un domani, doveva almeno, nella loro storia, esserci almeno un oggi. Uno soltanto.
Ice prende Pearl per mano e corre verso la chiesa, lei ancora non sa delle terribili notizie in arrivo, ma non c'è bisogno di sentirle per capire cosa significasse quel viavai di persone, quell'affannarsi nel caricare di provviste qualunque mezzo di trasporto per andare verso le campagne, al sicuro. Forse.
Bussano alla porta, l'anziano prete li sente e va ad aprire. Lui non sta scappando, lui rimarrà li per confortare chi non ha modo di scappare.
La porta si apre, il prete li riconosce subito, li ha visti crescere, sa chi sono e cosa sono venuti a fare, almeno è quello che crede. Pensa infatti che siano li per convincerli ad evacuare, per dirgli che la via del martirio ancora non è giunta.
Ice lo ferma quasi subito, e gli dice che sono li perché vogliono essere sposati. Pearl quasi sbianca, non aveva capito, pensava anzi che quel pensiero ormai non frequentava più la mente del suo uomo. Se n'era pure fatta una ragione: non sarebbe mai potuto essere il matrimonio dei sogni di quando era bambina, gli abiti bianchi erano spariti da un pezzo, e non sarebbe stato un vero "matrimonio", visto che le condizioni di vita sarebbero state le stesse.
Non capiva perché Ice facesse quella richiesta al prete, ma appena sentì dalla sua bocca quel desiderio di matrimonio del suo uomo rivolto al prete, si sentì come non si sentiva da tempo: viva, amata di un amore puro e straordinario. E non avevano più importanza gli abiti bianchi, le difficoltà abitative, e l'incognita che quella notte portava con se assieme alle bombe.
Era felice! Ed Ice si sentì pieno d'orgoglio per essere riuscito a rendere felice l'unica sua ragione di vita, anche in quel momento così drammatico.
Tutto fu molto veloce, non avevano molto tempo a disposizione.
Espressero i voti, si scambiarono i vecchi anelli di fidanzamento, vennero benedetti da quel prete così coraggioso. Testimone quel crocifisso che Ice vedeva fin da quando andava all'asilo.
Uscirono dalla chiesa che si udivano arrivare cupi i primi aerei ed in lontananza rumori sordi, come tuoni, ma di morte.
Niente campane a festa per loro.
Ma nei loro cuori riuscivano a sentirle quelle campane.
[continua...]

venerdì 28 marzo 2014

Vita

Le giornate passavano tutte uguali, tra l'access point, la grande mensa in palestra e i riti domenicali.
Si, i riti domenicali. Perché in un mondo senza futuro almeno ti aggrappi alla Fede in uno migliore.
Fede. Ice non frequentava più la Chiesa, finché non conobbe Pearl. Fu lei a riportarlo alla luce, a ridargli un cuore. Lui aveva smarrito tutto ciò commettendo stupidi errori e non perdonandosi. Trovò il perdono e la comprensione grazie a Pearl.
L'access point non era un bunker; certo, le saracinesche stavano sempre abbassate e si entrava da una porta laterale, ma non si respirava tensione li dentro. C'erano meno di una decina di computer collegati ad un server, niente di speciale, ma era sufficiente per capire cosa stava accadendo nel mondo, dove si era spostata la guerra, sempre se quell'accozzaglia di mini eserciti acefali che si azzuffavano tra di loro potevano dirsi "guerra". O almeno quella era la percezione, per chi aveva accesso a notizie provenienti da posti lontani.
Il Governo Provvisorio d'Emergenza controllava l'informazione e non gradiva che venisse sminuita in quel modo la Grande Guerra d'Asia. Anzi, preferiva tenere tutti nel terrore di possibili attacchi nemici per poter gestire meglio la situazione.
Ma Ice non era un partigiano, non andava la notte a sabotare le camionette della Polizia Governativa, lui voleva solo sopravvivere a tutto ciò. Gestiva l'access point perché il caso lo ha voluto, e preferiva tenere sotto controllo lui la situazione piuttosto che affidarla a qualcun altro che magari avrebbe mandato tutto allo sbaraglio per degli ideali fuori moda.
Quello ormai era diventato l'imperativo di tutta quella piccola comunità.
Sopravvivere.
[continua...]

giovedì 27 marzo 2014

E venne il giorno

Non si sa come tutto ebbe inizio, chi sparò per primo, chi contrattaccò più pesantemente. Con buona pace per la "distruzione mutua assistita".
La distruzione mutua assistita in fondo è sempre stata una stronzata: se 2 persone, ugualmente veloci, si affrontano con una pistola, non si sparano perché sanno che non avranno il tempo di scansarsi. Se la pistola cominciano ad averla in tanti, prima o poi trovi l'idiota che spara pur sapendo di andare incontro a morte certa.
Le notizie erano confuse, di parte, controllate e centellinate per non causare il panico nella popolazione.
Ma era tardi ormai, c'era Internet, c'erano i social network, e puoi mettere tutti i filtri che vuoi, ma le notizie si propagano ugualmente.
I supermercati erano stati ormai saccheggiati da giorni, si viveva come topi in gabbia, nelle piccole città o nelle campagne, nella speranza di non essere ulteriormente colpiti.
Il punto dove c'era l'attività di Ice, che aveva sgombrato preventivamente appena sentito puzza di saccheggi, stranamente non era stato tagliato fuori dalle linee telefoniche. Era diventato una specie di access point per le informazioni provenienti dal resto del globo. Ce n'erano altri in città, ma il suo era in periferia, lontano da porti, aeroporti e vicino la campagna: se si doveva scappare immediatamente era il posto migliore.
Certe volte Ice pensava che la vita era strana, alla fine del millennio passato pensava di aprire un Internet Point, ora ne gestiva uno clandestino. E quando pensava ciò, si ripeteva "sta attento a quello che desideri, perché potrebbe avverarsi".
Pearl aveva smesso di lavorare là. Non c'era più un "là".
Sfruttava la sua esperienza nel prestare servizio ai meno fortunati, facendo volontariato presso la vicina chiesa. Erano giorni brutti e duri per tutti, ma ci si dava da fare per renderli almeno dignitosi.
Chiunque sapesse fare qualcosa dava una mano, nel suo campo. Chiunque aveva qualcosa la condivideva, la moneta corrente era diventata la disponibilità nel fare qualcosa per qualcuno. Era una strana forma di baratto, ma in quel momento sembrava naturale fare così.
Pearl viveva con i suoi genitori in quello che doveva essere l'appartamento in cui vivere in futuro con Ice. Ma il destino aveva deciso diversamente. Dopo i primi raid nelle zone costiere, non era più sicuro il palazzo dove prima stavano: troppo vicino ad una via affollata, privo di forniture idriche regolari.
Ice invece si era stabilito nell'access point: non era sicuro lasciarlo sguarnito, c'era sempre il rischio di saccheggi, e poi poteva sempre arrivare qualche buona notizia. O per lo meno, questo era quello che andava ripetendo per dare conforto a chi aveva perso tutto.
[continua...]

mercoledì 26 marzo 2014

Come foglie in autunno

Qualche anno prima.
Quando ancora nulla si presagiva del disastro imminente. Quando avevamo metabolizzato il disastro passato.
Due ragazzi si incontrano, hanno passati diversi, sono diversi. Ma qualcosa li unisce, non si sa cosa, ma si trovano bene assieme. Limano i difetti, trovano i punti in comune, stanno assieme. Si amano.
Piano piano scoprono pure che non hanno mai amato così tanto ed i mille difetti di lui, come i mille difetti di lei, non sono ostacoli al loro amore.
Ma non è l'Eden, il mondo in cui vivono è stato impostato male dalla generazione che li ha preceduti. Una generazione che ha preferito divorare il Pianeta, rovinare ciò che di bello aveva, sfruttarlo fino ad esasperarlo. E questo è il male minore, perché quella generazione ha pure esaurito il credito della precedente: ha preferito cullarsi nel benessere anziché crearne di nuovo per la prossima che sarebbe venuta, per i propri figli.
La generazione che l'ha preceduta aveva trovato il suo culmine nella conquista dello spazio, bruciando qualunque tappa. Era uscita da una guerra mondiale forte e piena di iniziative per costruire un mondo migliore. Ma ha creato figli stolti che hanno preferito incassare e sperperare, piuttosto che investire per i propri figli.
Quindi adesso il Pianeta non è un bel posto per creare sogni, speranze o futuri. O almeno l'angolo di Pianeta in cui vivono Pearl ed Ice.
Loro ci provano, ma provare non basta. Anche perché il continuo fallimento delle loro aspettative, li demoralizza, li chiude, li fa smettere di sognare. E li fa volare bassi, molto bassi. Troppo bassi, perché l'amore per nutrirsi ha bisogno delle vette, e quest'angolo di Pianeta non ha nemmeno le colline.
Lui ha un'attività, aperta da poco ma che non riesce a decollare, ci prova in tutti i modi ma in questo mondo arido le idee scarseggiano e per ogni iniziativa c'è bisogno di un investimento di tempo e denaro che non c'è. Lei è impiegata, presso privati, sottopagata, sfruttata, spesso neanche le viene riconosciuto l'ottimo lavoro che fa, ma continua a farlo perché è l'unica cosa che forse la soddisfi veramente; potrebbe mettersi in proprio, ma è cresciuta in un mondo che non le permette di sognare o sperare, anzi, le uniche esperienze dirette che ha sono di fallimenti e non vuole vivere quell'esperienza.
Pearl ed Ice si amano, ma non riescono a far fare il salto di qualità alla loro unione, e questa cosa li logora, li sfinisce.
Si sentono come foglie attaccate ad un albero in autunno.
[continua...]


Tsunami

Nell'immaginario collettivo della mia generazione, influenzato dagli anime, i cartoni animati, lo tsunami è un'onda gigantesca, 70/80 metri, tanto da coprire i grattacieli.
La realtà è diversa, lo tsunami è come un enorme fiume in piena, grosso, smisurato, con una corrente tanto potente da trascinare case e foreste.


E' terribile trovarsi li in mezzo, è morte quasi certa.
Al termine del passaggio, quando ormai non c'è più nulla da devastare, rimangono i resti di ciò che fu costruito con tanta pazienza ed energia.
A questo punto si hanno 2 scelte, o si fanno i bagagli e ci si sposta da un'altra parte, oppure si ricostruisce. Dipende da quanto tenevi a ciò che è stato spazzato via.
Io ci tengo. E ricostruisco.




martedì 25 marzo 2014

Incipit

C'è stato un tempo in cui eravamo felici, o pensavamo di esserlo. Un tempo in cui si sognava, si sperava, si costruiva. Stava iniziando un nuovo millennio e, catastrofismi a parte, c'era fiducia in un mondo migliore.
Internet si stava ampliando, i cellulari stavano diventando sempre più "smart", le nuove invenzioni e i prototipi ci facevano toccare con mano ciò che prima era visibile solo attraverso i film, con i classici trucchi dei maestri degli effetti speciali. Ci credevamo, in realtà ci crediamo ancora adesso, ma vediamo e viviamo tutto in modo diverso.
Perché accadde l'impensabile, accadde ciò che i maestri degli effetti speciali ci facevano vedere con i loro trucchi. Ma non era un trucco. Era reale, era brutto. Puzzava di fumo, di sangue e di morte, anche se ti trovavi dall'altra sponda dell'Atlantico, in un altro continente, in un altro mondo. Accadde che 2 aerei si schiantano in diretta tv, miliardi di persone collegate all'unisono, contro il simbolo di una Nazione amica, piena di difetti, ma pur sempre amica, quasi una parente. Accadde che in quel preciso istante, oltre ad esplodere 2 aerei, oltre a crollare 2 grattacieli e tirarsi dietro gli edifici affianco, oltre al panico che da una città si trasmise ad una nazione e poi ad un emisfero ed infine in tutto il mondo, accadde che insieme alle Torri Gemelle si frantumarono i nostri sogni di fine millennio, le nostre speranze, le nostre felicità, ciò che stavamo lentamente costruendo.
Ci sono momenti "generazionali", momenti a cui una generazione assiste e che protrarrà nella Storia. Sono i momenti del "dove ti trovavi mentre...": nell'ultimo secolo abbiamo assistito a diversi di questi momenti. "Dove ti trovavi mentre assassinavano Kennedy", "...mentre Armstrong metteva piede sulla luna", "...mentre Badoglio firmava l'armistizio", "...mentre 2 aerei distruggevano il tuo futuro?".
Dove mi trovavo? Ero al pc, erano passate da poco le 3 del pomeriggio, ancora non esistevano i social network, i più avanzati di noi frequentavano newsgroup e chatroom. Mi chiama un amico, dicendomi di accendere la tv. Lo faccio e poco dopo arriva pure la chiamata di mia zia che mi chiede se sia tutto vero quello a cui stavamo assistendo. Purtroppo si.
Quando ti distruggono un sogno, una promessa, il più delle volte non te ne rendi conto, lo realizzi solo dopo, in questo caso, molto dopo.
Da quel maledetto giorno il mondo cambiò, si incattivì. Cominciarono a dirci che il nemico poteva essere ovunque; pieni di paranoie, abbiamo smesso di guardare al futuro con speranza, ma cominciammo ad avere paura. Dalla semplice e naturale paura di volare, alla paura di prendere un treno, un bus, di trovarci in una grande città. Paura di investire in qualcosa perché, quando hai paura dell'irrazionale allora smetti di guardare al futuro ma vivi solo il presente.
Ma il presente è solo un attimo, vola via, è futile se non lo prepari, e per prepararlo devi saper guardare al futuro. Abbiamo smesso di farlo, ed adesso, a più di 10 anni di distanza, non sappiamo più farlo. Ci sono generazioni intere che non sanno nemmeno come si fa.
Ed adesso, che la paura del diverso, del mediorientale, sembra allentarsi, ecco che ce ne vogliono preparare un'altra ancora più terribile. La guerra.
Sembra che giochino a risiko, sposto i miei carri armati di qua, le truppe di la, chiedo aiuto a Tizio, l'avversario minaccia Tizio di tagliargli l'energia, Tizio chiede un parere a Caio, che minaccia. Come se le minacce possano spaventare qualcuno che è grande e grosso come te. Sanno solo di bluff, perché conoscono il concetto di "distruzione mutua assicurata".
In questo mondo, come possono 2 persone, 2 giovani pensare al futuro?
[continua...]




venerdì 28 febbraio 2014

Alla ricerca della felicità

Prendo in prestito il titolo di un film, che non mi è piaciuto affatto, per fare il punto della situazione.
Sono passati 3 anni da quando è cominciata questa avventura chiamata "Cartoleria .Com".
Tre anni in cui l'unica cosa veramente importante finora è stata riuscire a tirare avanti e non chiudere.
Si, è un periodo terribile per chiunque, specie per chi vive di incertezze come un negozio in cui non sai mai
quanti clienti entreranno e quanto spenderanno.
Nel film del titolo, si sottintendeva che la felicità si trovava nei soldi e nell'affermazione sociale.
Io la felicità invece l'ho trovata nella donna che mi ha aiutato a tirare avanti per tutto questo tempo, che mi ha sostenuto ed incoraggiato, che mi è stata affianco anche quando non ne valeva veramente la pena.
E' grazie a te se non devo più cercare la felicità.
Ti amo.

domenica 19 gennaio 2014

Sogno...

Ho fatto un sogno, vero dico, non una pippa mentale che si fa quando si è annoiati.
Il fatto che me lo ricordi è già un grande evento: io li scordo puntualmente appena mi sveglio.
Questo lo ricordo a malapena, sfuocato nella mente, ma i punti importanti ci sono sempre.
Dunque, ero qui in città e stava arrivando uno tsunami, uno di quelli grossi, da film, roba che ti sommerge la città intera. Io mi rannicchiavo e, non so come, sopravvivevo.
Black out, viabilità chiusa ecc. ecc. Non so perché decido di incamminarmi verso il luogo di lavoro del mio ex migliore amico, che però nel sogno si trovava molto lontano. Ci vado a piedi assieme alla mia ragazza.
Arrivati li, in un primo momento ci accoglie tranquillamente, poi tutto cambia e lui diventa il cugino della mia ragazza, con cui ho un discreto rapporto di amicizia. E si sta tutti assieme li in serenità.
Fine del sogno.
Interpretazioni? Ne provo a fare una: lavorativamente è in corso uno tsunami, a cui sopravvivo, ma con qualche difficoltà. La mia ragazza sta sempre al mio fianco anche nel momento più difficile, ed assieme ci incamminiamo verso un porto sicuro, che la mia mente focalizza nel mio ex migliore amico, ma che nella realtà del sogno è il cugino della mia ragazza. Ora, anche lui sta cercando di dare una svolta alla sua vita, volendo intraprendere l'attività commerciale, ma coi tempi che corrono è un rischio enorme. Forse che il sogno vuole dirmi che assieme ce la faremo? Aprire due punti vendita sostanzialmente simili, diminuendo così le spese per l'acquisto della merce?
Mah, i sogni certe volte lasciano più dubbi che risposte.
Oppure ho solo digerito male la pizza di ieri sera.