sabato 29 marzo 2014

Finché morte non vi separi

Era un tardo pomeriggio di quel caldo autunno quando attraverso la rete clandestina si cominciò a spargere la voce di un imminente e massiccio attacco proprio nei pressi di quel quasi dimenticato angolo di Pianeta dove vivevano Ice e Pearl.
Perché attaccare proprio li? Cosa aveva di speciale? La notte prima si erano uditi forte e incessanti le eliche di una flotta di aerei che cercavano riparo in ciò che restava di quel piccolo aeroporto della NATO.
Cosa o chi trasportavano di così tanto importante quegli aerei? Tanto da scatenare l'apocalisse proprio li? Era inutile saperlo adesso, l'avrebbero scoperto dopo, se fossero sopravvissuti.
Sopravvivere.
Ora più che mai.
Ma c'è una cosa che Ice voleva principalmente, prima che fosse troppo tardi: voleva sposarla.
Come può passargli per la testa una cosa del genere proprio nel momento della fuga? Era la cosa più importante di tutte in quel momento: se non ci fosse stato un domani, doveva almeno, nella loro storia, esserci almeno un oggi. Uno soltanto.
Ice prende Pearl per mano e corre verso la chiesa, lei ancora non sa delle terribili notizie in arrivo, ma non c'è bisogno di sentirle per capire cosa significasse quel viavai di persone, quell'affannarsi nel caricare di provviste qualunque mezzo di trasporto per andare verso le campagne, al sicuro. Forse.
Bussano alla porta, l'anziano prete li sente e va ad aprire. Lui non sta scappando, lui rimarrà li per confortare chi non ha modo di scappare.
La porta si apre, il prete li riconosce subito, li ha visti crescere, sa chi sono e cosa sono venuti a fare, almeno è quello che crede. Pensa infatti che siano li per convincerli ad evacuare, per dirgli che la via del martirio ancora non è giunta.
Ice lo ferma quasi subito, e gli dice che sono li perché vogliono essere sposati. Pearl quasi sbianca, non aveva capito, pensava anzi che quel pensiero ormai non frequentava più la mente del suo uomo. Se n'era pure fatta una ragione: non sarebbe mai potuto essere il matrimonio dei sogni di quando era bambina, gli abiti bianchi erano spariti da un pezzo, e non sarebbe stato un vero "matrimonio", visto che le condizioni di vita sarebbero state le stesse.
Non capiva perché Ice facesse quella richiesta al prete, ma appena sentì dalla sua bocca quel desiderio di matrimonio del suo uomo rivolto al prete, si sentì come non si sentiva da tempo: viva, amata di un amore puro e straordinario. E non avevano più importanza gli abiti bianchi, le difficoltà abitative, e l'incognita che quella notte portava con se assieme alle bombe.
Era felice! Ed Ice si sentì pieno d'orgoglio per essere riuscito a rendere felice l'unica sua ragione di vita, anche in quel momento così drammatico.
Tutto fu molto veloce, non avevano molto tempo a disposizione.
Espressero i voti, si scambiarono i vecchi anelli di fidanzamento, vennero benedetti da quel prete così coraggioso. Testimone quel crocifisso che Ice vedeva fin da quando andava all'asilo.
Uscirono dalla chiesa che si udivano arrivare cupi i primi aerei ed in lontananza rumori sordi, come tuoni, ma di morte.
Niente campane a festa per loro.
Ma nei loro cuori riuscivano a sentirle quelle campane.
[continua...]

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